mf_colonna-1La colonna vertebrale è costituita dalle vertebre e dai dischi intervertebrali; essi formano lo scheletro del tronco e proteggono le strutture nervose (midollo e radici spinali) che servono per trasmettere gli impulsi elettrici dal cervello alla periferia.

La colonna gioca un ruolo fondamentale nel concederci mobilità e funzionalità, tuttavia è estremamente vulnerabile ai traumi e soggetta a patologie degenerative legate all’invecchiamento.

La colonna vertebrale viene convenzionalmente suddivisa in quattro porzioni: cervicale, dorsale, lombare e sacrale. La colonna dorsale (o toracica) è generalmente meno soggetta a patologie essendo protetta dalla gabbia toracica. La colonna cervicale e lombo-sacrale danno il maggior contributo ai movimenti e sono più soggette a patologie di tipo degenerativo.

  • Scoliosi

    La colonna presenta sul piano sagittale 3 curvature (lordosi cervicale, cifosi dorsale, lordosi lombare) che permettono una carico del peso corporeo uniforme. Alterazioni transitorie o permanenti di queste curvature possono determinare dolori e disturbi posturali.

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    Sul piano frontale, invece, la colonna risulta diritta. Durante il periodo evolutivo, l’accrescimento della colonna può avvenire in modo anomalo e determinare curvature anche su questo piano dando luogo alla cosiddetta scoliosi.

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    Circa il 2% della popolazione ne è affetto e vi è una forte predisposizione familiare.

    La maggiorparte delle scoliosi sono “idiopatiche” ossia hanno una causa sconosciuta.

    Nella pianificazione del trattamento per ogni soggetto, l’ortopedico valuterà attentamente una serie di fattori, tra cui la storia familiare della scoliosi, l’età del bambino, l’età di insorgenza della deformità, la sede e la gravità della curva.

    La maggior parte delle curve della colonna vertebrale nei bambini con scoliosi rimarranno lievi e sarà solo necessaria una periodica valutazione ortopedica. Per limitarne la progressione nei casi più gravi, si possono utilizzare tutori ortopedici con i quali i piccoli pazienti potranno continuare a condurre una vita sociale e fisica normale.

  • Patologie discali

    Le cause più comuni di “mal di schiena” sono costituite dalle patologie degenerative discali; il disco intervertebrale è formato da un involucro di cartilagine dura (anulus fibroso) al cui interno è contenuta una porzione gelatinosa altamente idratata (nucleo polposo). Tale struttura consente un perfetto meccanismo di assorbimento degli shock meccanici. Per fenomeni di invecchiamento o per malattie come l’artrosi o le artriti, i dischi cominciano a perdere la loro componente acquosa, si disidratano e collassano sotto l’effetto del peso delle vertebre sovrastanti. Il disco vertebrale può essere assimilato a un palloncino: schiacciato si abbassa in altezza e si allarga alla sua periferia occupando posteriormente il canale vertebrale dove decorrono le radici nervose con cui vengono in contatto determinando dolori e, nei casi più gravi, deficit neurologici.

    Se l’irritazione dei nervi avviene a livello cervicale avremo la cosiddetta cervico-brachialgia, se a livello lombo-sacrale si parlerà invece, di lombocruralgia o lombosciatalgia.

    Per ernia del disco si intende, invece, la rottura dell’involucro esterno del disco e la fuoriuscita posteriore del nucleo polposo il quale, schiacciando le radici dei nervi spinali, provoca dolore, deficit di sensibilità e di movimento.

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    L’ernia del disco insorta acutamente provoca sintomi molto dolorosi e perdita delle funzioni neurologiche principali (sensibilità e motilità). La gran parte delle ernie del disco viene curata conservativamente con buoni risultati; la fase di attacco prevede l’utilizzo di farmaci (antinfiammatori, cortisonici, neurotrofici, antidolorifici, ecc.), mentre la fisioterapia rappresenta il secondo e più importante step di trattamento per poter contenere i sintomi e ripristinare una corretta funzionalità della colonna.

    L’ernia del disco nel tempo tende a disidratarsi diminuendo il suo volume riducendo, così, anche l’insulto meccanico sulle strutture nervose.

    Nei casi in cui la terapia conservativa non sia efficace, l’intervento di erniectomia (cioè l’asportazione chirurgica dell’ernia) è indicato.

    Le tecniche mininvasive odierne permettono tempi di guarigione veloci.

    Un programma riabilitativo e una fisioterapia della colonna specifica sono fondamentali nel recupero funzionale totale.

  • Spondiloartrosi

    L’artrosi della colonna o spondiloartrosi è una causa frequente di mal di schiena nel soggetto sopra i 60 anni.

    Il processo degenerativo-artrosico colpisce i dischi, i legamenti e le ossa della colonna determinando deformità, dolori e rigidità.

    I segmenti della colonna più colpiti sono quelli con il grado di movimento maggiore: la colonna cervicale (cervicalgia) e quella lombare (lombalgia).

    Pregressi traumi, lavori usuranti e scarsa attività fisica possono contribuire ad accelerare il processo degenerativo.

    I sintomi sono costituiti da dolori del segmento rachideo compromesso: cervicalgia o lombalgia sono accompagnati da sensazioni di contratture muscolari e rigidità con perdita dei movimenti di collo e schiena. Nel caso della cervicalgia sono comuni i sintomi di cefalea nucale, vertigini o nausea.

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    Farmaci antinfiammatori (FANS e cortisonici) e miorilassanti si usano nella fase acuta, mentre in fase cronica terapie fisico-strumentali e adeguati programmi fisico-riabilitativi costituiscono il trattamento di elezione per tale patologia e sono fondamentali nel mantenimento di una condizione ottimale.

    Nei casi più gravi e resistenti ai trattamenti conservativi la chirurgia può rappresentare una valida alternativa.

  • Spondilolisi e spondilolistesi

    Le vertebre sono formate da un corpo (porzione anteriore) e da un arco posteriore. Nella vita embrionale queste due porzioni sono costituite da 2 nuclei di ossificazione distinti che si fondono successivamente a livello dell’istmo.

    Quando, per svariati motivi, questo non avviene, la vertebra è interrotta e divisa in 2 parti: quella anteriore, il corpo e quella posteriore, l’arco. Questa condizione patologica è nota come spondilolisi. Esistono anche spondilolisi da traumatiche (fratture da stress, da tumori, ecc).

    La spondilolisi colpisce generalmente la 5° vertebra lombare, più raramente la 4°.

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    Quando la frattura non riesce a sostenere le forze tangenti della vertebra, il corpo vertebrale tenderà a scivolare in avanti; questa condizione è definita spondilolistesi.

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    I sintomi di tale patologia sono costituiti dal dolore, soprattutto sotto sforzo e contratture muscolari condizionanti una certa rigidità della cerniera lombosacrale.

    Il trattamento iniziale per la spondilolisi e per la spondilolistesi è sempre conservativo. Il paziente  deve sospendere la attività fisica fino a quando i sintomi scompaiono, come spesso accade. Una terapia farmacologica a base di anti-infiammatori e miorilassanti, può contribuire a ridurre il mal di schiena. In alcuni casi l’utilizzo di un busto ortopedico può essere raccomandato.

    Allo spegnimento della fase acuta è sempre indicata una terapia fisico-riabilitativa che permetterà un recupero totale rispetto ai sintomi e alla mobilità. Nella maggior parte dei casi, le attività possono essere riprese gradualmente anche se le recidive sono abbastanza frequenti; esercizi di stretching e di rinforzo dei muscoli dorsali e addominali possono aiutare a prevenirle.

    Controlli radiografici periodici sono fondamentali per valutare eventuali ulteriori scivolamenti della vertebra.

    Nel caso in cui lo scivolamento vertebrale risulta eccessivo provocando una sintomatologia dolorsa importante e lo schiacciamento delle radici nervose, sarà necessario un intervento chirurgico di riduzione e stabilizzazione vertebrale.

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  • Prevenzione

    La prevenzione per evitare il mal di schiena prevede una ginnastica specifica, comportamenti e uno stile di vita adeguati:

    • attività fisiche che combinano esercizi di tipo aerobico, come camminare o nuotare, con esercizi specifici per mantenere i muscoli della schiena e dell’addome forti e flessibili
    • Corretto sollevamento di pesi: assicurarsi di sollevare oggetti pesanti con le gambe, non con la schiena. Non chinarsi a raccogliere qualcosa. Tenere la schiena diritta e piegare le ginocchia
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    • Controllo del peso corporeo: Mantenere il controllo del proprio peso. Il sovrappeso influisce in modo negativo sulla colonna lombare
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    • Evitare il fumo: Sia il fumo che la nicotina causano un invecchiamento più rapido della spina dorsale.
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    • Postura corretta: una buona postura è importante per evitare problemi futuri. Un fisioterapista può indicare le posizioni adeguate e correggere eventuali difetti. Soggetti sedentari che passano ore seduti al computer sono a rischio di sviluppare un mal di schiena causato da squilibri muscolari e dall’immobilità.
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